TRIESTE – Va a Maurizio Molinari, direttore del quotidiano La Repubblica, la 10^ edizione del Premio Testimoni della Storia, promosso dal Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta e da Link, Festival del Giornalismo e dei nuovi media, su impulso di Crédit Agricole FriulAdria, d’intesa con il festival pordenonelegge. «Per aver rinnovato il concetto di fruizione dei contenuti editoriali di un quotidiano italiano di riferimento, La Repubblica, di cui ha preso il timone nell’aprile 2020, in un contesto di profonde trasformazioni e limitazioni alle normali attività dei lettori e dei cittadini – spiegano le motivazioni – Per aver testato e percorso con soluzioni innovative l’integrazione delle piattaforme informative fra carta e web in un concetto di total audience che declina felicemente le pagine del quotidiano e la digital edition, i contenuti del sito e quelli dell’app includendo con successo podcast, videoreportage e videoeditoriali. E inoltre per l’approccio giornalistico che traduce la cronaca della stretta attualità in una stimolante lettura agli accadimenti della storia che viviamo quotidianamente in presa diretta, Maurizio Molinari è il vincitore del Premio “Testimoni della Storia 2021». Il premio, assegnato nelle scorse edizioni a Gianni Minà, Giovanni Floris, Lilli Gruber, Ferruccio De Bortoli, Ezio Mauro, Corrado Formigli, Vittorio Zucconi, Gian Antonio Stella e Giovanni Minoli, sarà consegnato a Trieste giovedì 2 settembre, alle 19, in occasione della Serata di anteprima della VIII edizione di Link Festival del giornalismo e dei nuovi media, in programma fino a domenica 5 settembre nella Fincantieri Newsroom di piazza Unità a Trieste. Subito dopo Molinari sarà protagonista di un dialogo con il direttore dei quotidiani Messaggero Veneto e Il Piccolo Omar Monestier, sui temi dell’attualità, introdotto dalla curatrice di pordenonelegge Valentina Gasparet.
«L’innovazione non è più solo una sfida da superare: è l’attitudine a convivere con il cambiamento – ha dichiarato il direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria, Carlo Piana, che consegnerà il Premio a Trieste giovedì 2 settembre – È questo tratto distintivo, unitamente a quello di essere un testimone privilegiato della nostra storia recente, che ha portato a individuare in Maurizio Molinari il profilo autorevole a cui assegnare la decima edizione del riconoscimento. Volevamo, infatti, premiare un giornalista che unisse alla qualità e all’autorevolezza della professione anche la capacità di integrare i canali informativi tradizionali con i nuovi media che hanno assunto una così grande importanza nelle nostre vite».
Maurizio Molinari, nato a Roma nel 1964, studia al Manchester College di Oxford e all’Università ebraica di Gerusalemme prima di laurearsi all’Università “La Sapienza” di Roma in Scienze Politiche nel 1989 e in Storia nel 1993, alunno di Renzo De Felice, Pietro Scopppla e Ferdinando Cordova. Giornalista professionista dal 1989, inizia a lavorare alla Voce Repubblicana per poi continuare al Tempo, l’Opinione e l’Indipendente. Il 1° gennaio 2016 diventa direttore del quotidiano La Stampa per il quale lavora dal 1997 ed è stato corrispondente da Bruxelles, New York-Washington e Gerusalemme- Ramallah. Dal 23 aprile 2020 è direttore di Repubblica e direttore editoriale del gruppo Gedi.
Nella sua carriera ha coperto i conflitti nei Balcani, in Medio Oriente e nel Corno d’Africa. Ed ha intervistato personaggi come i presidenti Usa Barack Obama e George W. Bush, i Segretari di Stato Condoleezza Rice, Henry Kissinger, Madeleine Albright e John Kerry, i Segretari generali dell’Onu Kofi Annan e Ban Ki Moon, i sindaci di New York Michael Bloomberg e Rudolph Giuliani, il colonnello libico Gheddafi, i leader israeliani Netanyahu, Peres e Rivlin, i leader palestinesi Yasser Arafat e Abu Mazen, il presidente turco Erdogan, il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Velayati, il leader del Pkk Abdullah Ocalan, il presidente del Kurdistan Massoud Barazani e il banchiere David Rockefeller.
Molinari è autore di 22 volumi frutto di passione ed esperienza nel racconto di mondi diversi. L’ultima fatica, “L’Atlante del mondo del cambia” uscito per i tipi di Rizzoli, descrive i grandi fenomeni del nostro tempo. Nel 2019 ha pubblicato “Assedio all’Occidente” sugli scenari della seconda guerra fredda (Nave di Teseo). Al populismo sono dedicati “Il ritorno delle tribù” (Rizzoli, 2017) e “Perché è successo qui” (Nave di Teseo, 2018). “Il Califfato del Terrore” (Rizzoli, 2015) e “Jihad” (Rizzoli, 2016) descrivono origini e scenari del terrorismo islamico. Gli “Ebrei di New York” (Laterza, 2007) e “Gli italiani di New York” (Laterza, 2011) consentono di esplorare storie, quartieri e personaggi della Grande Mela. Le biografie dei presidenti americani George W. Bush e Barack Obama (Laterza 2004 e Laterza 2009) accompagnano il lettore dentro i segreti della politica americana così come “L’Italia vista dalla Cia” (Laterza, 2012) e “Governo Ombra” (Rizzoli, 2015) sono frutto della declassificazione di centinaia di documenti segreti del governo degli Stati Uniti. All’ebraismo italiano ha dedicato tre libri: “Ebrei in Italia, un problema d’identità” (La Giuntina, 1991), “Gli ebrei e la sinistra in Italia” (Corbaccio, 1995) e “Duello nel Ghetto” (Rizzoli, 2017). Un profilo professionale ed una carriera che si sposano alla perfezione con l’intento del “Premio Testimoni della Storia”.
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